Come non sentirsi vittima: consigli e responsabilità
Vittima o carnefice? Il più delle volte complice, perché se c’è chi ci fa del male, ci siamo anche noi che lo abbiamo permesso.
Argomento scottante e delicato che ci costringe ad uscire fuori dal guscio protettivo delle nostre sicurezze che ci costruiamo intorno, ma essere vittima o fare la vittima (come si usa dire non a caso), non è neanche lontanamente utile alla soluzione del problema.
L’autodifesa dell’ego
Sentirsi vittima di una persona o di una circostanza non ci aiuterà a guardare lucidamente la fonte del nostro malessere, perché questo è un gioco subdolo del nostro ego che in un certo senso cerca di proteggerci, senza fare troppa fatica, non ammettendo la nostra parte di responsabilità, ma spostando la colpa e il focus sulla “cattiveria” di chi ci ha reso vittima.
“L’ego non è sbagliato è solo inconsapevole. Quando cominciate ad osservare l’ego dentro di voi, state cominciando ad andare al di là di esso. Non prendete l’ego troppo seriamente. Quando scoprirete in voi un comportamento egoico, sorridete. L’ego non è chi siete voi.” Eckhart Tolle
Ammettere le proprie fragilità
Ammettere la nostra parte di responsabilità in ciò che ci succede richiede una cosa molto difficile da fare, un’abilità che dovremmo pian piano acquisire, che è quella di mettersi in dubbio, vedere e ammettere le nostre fragilità, portare luce in quei luoghi bui dentro di noi. Con la luce si vede tutto più chiaro e nitido.
Il rancore, la rabbia, il giudizio sono buio; la consapevolezza di se, l’accettazione e il perdono sono luce.
Re-sponsabilità
La parola responsabilità deriva dal latino re-spondere e corrisponde all’abilità di rispondere a ciò che ci accade in maniera evolutiva, partecipe, perchè nulla ci succede a caso o per caso; tutto porta con se un messaggio, un richiamo che abbiamo inconsciamente inviato all’Universo.
Quando accettiamo la prepotenza di un uomo forte che abbiamo voluto vicino a noi per soddisfare il nostro bisogno di sicurezza e protezione, siamo in parte responsabili del potere che lui vuole esercitare su di noi; glielo abbiamo permesso, abbiamo lasciato aperta la porta al suo comportamento aggressivo la prima, la seconda e magari anche la terza volta.
Occhio a non confondere la responsabilità con la colpa, sono due cose ben diverse; la colpa innegabile di chi ci fa volontariamente del male, non esclude però la nostra parte di responsabilità per averlo permesso. Ognuno si salva da solo.
Questo è il momento di mettere in campo la nostra autostima ,la fiducia nelle nostre capacità e la certezza che ce la possiamo fare sempre e comunque, che abbiamo forza e determinazione per affrontare ogni cosa e che fare le vittime ci fa solo rimanere nel buio, invece noi amiamo la luce, che è vita, che è rinascita, che è amore per noi stessi.