Rosolia: quando è pericolosa
La Rosolia è uno dei cinque esantemi classici dell’infanzia.
Gli altri quattro sono morbillo, roseola infantum o sesta malattia, eritema infettivo o quinta malattia e varicella.
L’agente eziologico è il virus della Rosolia, appartenente alla famiglia dei Togaviridae.
Rosolia nei Bambini
Si tratta di un’affezione frequente nell‘età pre-scolare e scolare, di lieve entità, che si presenta clinicamente con febbre modesta, esantema maculopapulare o maculare della durata di 3-4 giorni ed una tipica infiammazione dei linfonodi suboccipitali, postauricolari e cervicali che appaiono ingrossati talora in modo cospicuo.
La malattia generalmente si risolve spontaneamente nel giro di pochi giorni lasciando un’immunità che dura per il resto della vita.
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Rosolia negli Adulti
Negli adulti però l’infezione può essere più grave e comportare problemi come artralgia e artrite (dolori alle ossa ed alle giunture) accompagnate da fenomeni di parestesia (alterazione della sensibilità degli arti o di altre parti del corpo).
Rosolia in Gravidanza
Conseguenze drammatiche si possono avere quando l’infezione colpisce una donna durante i primi mesi di gravidanza.
Il virus della Rosolia, infatti, si trasmette al feto che sopravvive, ma viene alla luce con la sindrome da Rosolia congenita caratterizzata dalla presenza di una serie di effetti che possono essere rappresentati da: ritardo mentale, cecità (cataratta, glaucoma, retinopatia), sordità (degenerazione cocleare), malformazioni, anemia emolitica, polmonite interstiziale.
Il virus penetra nell’organismo per via inalatoria e si moltiplica inizialmente nelle prime vie aeree superiori, da qui, attraverso i vasi linfatici, diffonde alla milza e al fegato e poi di nuovo in circolo, raggiungendo i capillari della cute e delle mucose e, nelle donne in gravidanza, il feto.
Diagnosi, Cura e Prevenzione
In genere la diagnosi si basa sull’osservazione dei segni clinici della malattia.
Nei casi dubbi si ricercano nel siero del paziente gli anticorpi diretti contro proteine di origine virale o si procede alla ricerca del genoma virale.
Il vaccino rappresenta l’unica modalità di prevenzione.
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Esso è costituito dal virus della Rosolia vivo ed attenuato (privo del potere patogeno). In genere il vaccino viene somministrato insieme ai virus attenuati di Morbillo e Parotite (si parla di vaccino MPR-Morbillo Parotite Rosolia).

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