Amici 19: Le Sardine da Maria De Filippi

Mattia Santori e altri compagni del movimento apriranno la prima puntata del talent show di Canale 5, giunto alla sfida del serale. La trasmissione andrà in onda venerdì 28 febbraio sull’ammiraglia di Mediaset. 

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Mattia Santori, leader del movimento nazionale delle Sardine, e gli altri suoi compagni Lorenzo Donnoli e Jasmine Cristallo saranno ospiti della prima puntata del serale di Amici 19, venerdì 28 febbraio. L’annuncio è stato dato dalla stessa padrona di casa, Maria De Filippi, durante la conferenza stampa di presentazione della trasmissione, che parte un mese e mezzo prima rispetto al previsto.

Il discorso contro l’odio delle Sardine ad Amici

santori sardine

Ecco che cosa ha dichiarato alla stampa la conduttrice del talent show: «Mattia Santori, Jasmine Cristallo e Lorenzo Donnoli faranno un intervento contro l’odio». Ha sottolineato la De Filippi: «Hanno scelto loro l’argomento, li ho lasciati liberi di decidere di cosa parlare». Ma perché avere come ospiti proprio le discusse Sardine? Maria De Filippi non ha avuto dubbi: «Non sono un movimento politico, e il fatto che abbiano detto di sì mi ha fatto piacere: non li vedo in molti programmi, significa che fanno delle scelte, e non penso di dare una connotazione politica invitandoli».

Le Sardine ad Amici: no a strumentalizzazioni

Mattia Santori

Dal fronte di Santori e compagni, è arrivata qualche dichiarazione affidata a fonti vicine a loro e a un comunicato: «Abbiamo accettato la proposta di partecipare per lanciare un messaggio ai tanti ragazzi che seguono il programma», hanno spiegato gli attivisti. E hanno aggiunto: «Il confronto con un pubblico il più ampio possibile è sempre stato nel nostro Dna».

I portavoce nazionali del movimento, infine, hanno messo le mani avanti in vista di possibili critiche: «La dimensione politica delle Sardine non può e non deve essere snob, evitando il rischio, questo sì reale, di chiudersi in una comfort zone in cui parlare tra pochi o di strumentalizzare ogni argomento per trasformarlo in quel populismo che invece siamo nati per combattere».