Carlo Conti e Gerry Scotti vicini durante il dramma

Luca Uccello
  • Giornalista Professionista
26/11/2020

Al settimanale diretto da Alfonso Signorini Carlo Conti e Gerry Scotti hanno raccontato il loro ricovero per colpa del covid e di come la loro amicizia si sia rafforzata

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«Quando ho scoperto che Gerry era positivo al coronavirus gli ho mandato un messaggio. Perché con Gerry Scotti, anche se non ci siamo frequentati tanto di persona, c’è un legame”. Parole di Carlo Conti che a Chi ha confessato che nella sofferenza e anche paura, si sono sentiti spesso con il conduttore ‘rivale’.

“Ci sentiamo molto vicini e, ogni volta che ci incontriamo, sentiamo questa stessa pasta, questo tipo di umanità: amiamo il lavoro, la famiglia, c’è grande stima. Così gli ho scritto”

Poi è toccato al conduttore di Tale e Quale Show scoprire di essere positivo al Covid-19. Da quel momento è cominciata un quotidiano scambio di messaggi tra i due, entrambi ricoverati in ospedale.

Carlo e Gerry si sentivano tutti i giorni

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Prima Gerry Scotti, poi Carlo Conti. Prima a casa, poi ricoverano all’ospedale vicino a casa,  nella sua Firenze.

“Dopo qualche giorno ho scoperto di essere positivo anch’io e, da quel momento, c’è stato un costante sentirsi, informarsi: ‘Quanto ossigeno hai nel sangue? Cosa segna il saturimetro?’. C’è stata una fratellanza di virus che ci ha legato e ci ha fatto sentire vicini. La nostra telefonata quotidiana era un’iniezione di ottimismo e una corsa insieme verso la guarigione”.

Inutile nascondere che quando sei colpito direttamente da una malattia cresca un senso di preoccupazione. Sale anche se Carlo ha ammesso di non essere un ipocondriaco cronico.

“Non lo sono ma ero preoccupato perché, quando entri in ospedale, tocchi con mano la gravità della situazione, quando vedi le barelle e quando ti portano nel reparto ti rendi contro che sei nelle mani di medici e infermieri. Ho diviso la stanza con il signor Nello, bastava un ‘ciao come stai’ e un sorriso per darci forza. Quando siamo tornati a casa mi ha mandato un messaggio: ‘Il solo fatto che ci fossi tu mi dava fiducia che ce l’avrei fatta’”.

In ospedale Carlo a pregato per chi soffre…

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Peoccupato per sè e per la sua famiglia: sua moglie e suo figlio. “Quando mi hanno detto che il loro tampone era negativo è stato il primo slancio di energia verso la guarigione.  Carlo non ha nascosto di aver pregato “per quelli che soffrono e anche per me, è un peccato che ci ricordiamo di pregare solo in questi momenti”. Poi il ritorno a casa.

“Quando sono tornato ero su un pulmino e ho chiesto di essere lasciato fuori dal cancello perché volevo entrare in casa sulle mie gambe, così mio figlio Matteo mi ha visto dalla finestra e mi ha salutato con la mano, e io gli ho sorriso. Poi mi sono chiuso nella mia stanzetta per non rischiare di contagiare lui e Francesca