Cristina D’Avena pazzesca: “Mi piace essere oggetto del desiderio”

Cristina Damante
  • Laureata in Scienze della Comunicazione
05/11/2020

Su “Vanity Fair”, che le dedica una copertina inedita, la cantante e attrice Cristina D’Avena svela un lato sensuale e originale rispetto a quello della donna bambina che ha incantato intere generazioni con le sigle dei cartoni animati più amati. Un ruolo che, però, le ha consentito di far breccia nei sogni erotici di tanti uomini e donne.

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“Mi piace essere vista come un oggetto del desiderio“.

A “Vanity Fair” che le ha dedicato la copertina, Cristina D’Avena ha rivelato di essere stata una figura desiderata da uomini e donne nel corso della sua carriera. E di esserlo tuttora.

Cristina D’Avena in copertina su Vanity Fair

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Il ruolo di donna bambina che ha reso molto popolari le sigle di cartoni animati degli anni ‘80 e ‘90 ha dato alla D’Avena la possibilità di incarnare un ruolo amato da giovani e adulti:

“Mi piace essere vista come un oggetto del desiderio. Nella vita mi è capitato un ruolo di bimba donna e di donna bambina: è un ossimoro strano, qualcosa che ti fa amare indistintamente da uomini e donne (…). A me piace risvegliare il desiderio, ci gioco e mi appaga anche essere fonte di attrazione. Ma il punto è un altro: questa figura di donna bambina rassicura perché ti sembra di conoscerla da sempre, come fosse la tua migliore amica e insieme, forse, la tua amante”.

La cantante e attrice bolognese ha parlato anche della pandemia con riferimento al sentimento della paura e all’impossibilità di toccarsi tra le persone:

“Questo è un momento di prova e nei momenti di prova bisogna soprattutto resistere. Lasciare fuori tutto e amare. Se ci si dimentica di amare ci si dimentica di tutto. In questi tempi incerti, l’unico modo per esorcizzare la paura è coltivare e praticare il desiderio”.

La D’Avena ha esordito a 3 anni allo Zecchino d’Oro. Gli anni del liceo le hanno consentito di far parte di un progetto che ha finito per cambiarle la vita: i Puffi. Il singolo della sigla ha venduta più di mezzo milione di copie nei primi mesi, un brano che come ha raccontato la D’Avena, successivamente, all’università, le ha dato modo di passare un esame decisamente ostico:

“Per la terza volta stavo tentando l’esame di chimica. Lo scritto andò così così e all’orale il professore mi fece capire che non l’avrei passato di nuovo. Lui, sorridendo, mi disse: ‘Me la canti la canzone dei Puffi?’. Finì che mi beccai un 19, grazie ai Puffi”.