Roberto Bolle chiamò la polizia durante il “Caso Genovese”
Mentre l’imprenditore Alberto Genovese stuprava una 18enne in casa sua, anche Roberto Bolle ha chiamato la polizia per schiamazzi provenienti dal piano dall’appartamento del vicino…
Roberto Bolle non sapeva che dietro poi gli schiamazzi notturni c’era un inferno. Ma ha chiamato il 113 volte quella notte dell’11 ottobre. Come ricostruisce il Corriere della sera era l’1.30: l’étoile dei due mondi chiama la polizia. La sua chiamata era la seconda nel giro di poche ore. Ma le forze dell’ordine non avevano fatto irruzione nell’appartamento. Erano intervenute una prima volta alle 22:40, avevano bussato alla porta e ad aprire era stato lo stesso Alberto Genovese, l’imprenditore fondatore di facile.it (azienda dove non ricopre alcun ruolo dal 2014, avendola ceduta) arrestato con l’accusa di stupro.
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Il doppio intervento della polizia
L’invito era stato quello di “abbassare il volume della musica“: Genovese “acconsentiva e irritato rientrava all’interno“ della sua abitazione. A quanto pare lo stupro non era ancora iniziato. Il secondo intervento degli agenti di polizia è andato praticamente a vuoto: è da poco passata l’1.30 e sulle scale i poliziotti incontrano il domestico dell’imprenditore che li informa che il suo datore di lavoro non è in casa e che la festa è finita. In effetti, la musica alla fine era spenta e gli invitati erano stati allontanati…
Ma nessuno poteva immaginare che dietro quella porta si stava verificando una violenza sessuale su una ragazza di 18 anni che racconta di aver “tirato” una delle strisce di “cocaina rosa” che veniva servita nei piatti da portata. Un mix di cocaina e ketamina che l’ha resa completamente incosciente. La diciottenne è stata costretta a subire gli abusi di Genovese per ore e ore, legata mani e piedi e collo, come lei stessa ha raccontato. La chiamata di Roberto Bolle arriva proprio mentre è in atto lo stupro.
Genovese è stato fermato nella notte tra venerdì 6 e sabato 7 novembre a Milano; è accusato di violenza ed è indagato per disturbo della quiete pubblica.
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