Sanremo 2021: Feltri contro il Festival
Vittorio Feltri, noto per la sua continua ricerca di polemica, è tornato all’attacco contro il Festival di Sanremo; per il giornalista la kermesse ligure è una fiera della banalità, un ricettacolo di canzoni che non hanno valore artistico. Intervistato da Adnkronos, il direttore di Libero non si risparmia nel descrivere la gara canora più famosa d’Italia.
Per le polemiche contro Sanremo quest’anno ci si può incasellare in una lunga lista d’attesa; ultimo, solo in termini di tempo, è sicuramente Vittorio Feltri, il controverso direttore di Libero.
Non nuovo alla polemica, il giornalista ha rivelato ad Adnkronos di essere davvero stufo della kermesse, in quanto sprovvista di alcun tipo di modernità e un qualcosa di trito e ritrito. Feltri si qualifica come pianista per diletto, peculiarità che lo renderebbe degno di esprimere anche pareri qualitativi sui pezzi.
Non solo la musica, ma anche i “parolieri” sono sotto attacco dal giornalista:
“Trovo che difficilmente ci sia qualche pezzo che non sia di una banalità terrificante. I parolieri poi, se non ci infilano dieci volte la parola ‘amore’ nel testo non sono contenti”.
“Lo guardano perché non c’è nient’altro”
Secondo Feltri il pubblico italiano non si diverte guardando Sanremo, lo fa semplicemente per un motivo di noia, per una scarsa disponibilità in tv; le sferzate contro un già martoriato Festival continuano, e si fanno sempre più fitte:
“Molti accendono la tv e lo guardano anche perché sugli altri canali in controprogrammazione non c’è niente, alla Rai viene lasciato campo libero e gli altri programmi sono abbastanza squallidi”.
Non solo pianista per diletto, ma anche opinionista che, in un solo commento, asfalta l’intera programmazione Rai; i cantanti ovviamente sono parte di questo prodotto di bassa qualità televisiva, con tanto di momento “amarcord” al passato e nostalgia del bianco e nero:
“Almeno quando c’era Dorelli sentivi uno che sapeva cantare. Ora invece ci sono tanti artisti che non c’entrano nulla con la musica – dice – Ormai considerano musica anche uno scemo che parla”
Unico punto a favore, senza sbilanciarsi troppo ovviamente, il presentatore: Amadeus non è niente male, né seduttivo, né elegante, ma porta “a casa la pagnotta”; difficilmente ci sarà una risposta pubblica, perché per dirla in maniera “popolare”, gridando “Al lupo, al lupo”, alla fine stanca e si perde il diritto di essere ascoltati.