Vieni da me, il dramma di Leo Gassmann

Ospite di Caterina Balivo su Rai 1, il vincitore delle Nuove Proposte di Sanremo 2020 ha parlato del bellissimo rapporto coi suoi genitori. E ha ricordato una persona scomparsa che lo ha segnato profondamente. 

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Ospite del programma pomeridiano di Caterina Balivo, su Rai 1, il giovane Leo Gassmann ha parlato del rapporto con i genitori e soprattutto con un cognome importante come quello che porta. Ha dichiarato il vincitore delle Nuove Proposte di Sanremo 2020, con il brano Vai bene così: «I miei genitori sono stati molto intelligenti e non mi hanno mai fatto sentire il peso del mio cognome».

Leo Gassmann: il rapporto coi genitori e un cognome pesante

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Il padre è il noto attore Alessandro Gassmann, figlio dell’indimenticabile Vittorio Gassmann, e la madre è l’attrice Sabrina Knaflitz, sposatisi nel 1998 dopo 5 anni di fidanzamento. Ha raccontato Leo: «Sono cresciuto con tanto amore […]. I miei mi hanno sempre dato la possibilità di avere il tempo, che è il regalo più bello che si può fare a una persona: fino a 18 anni mi hanno impedito di provare a fare qualsiasi cosa che potesse farmi notare a livello nazionale».

Leo Gassmann e il ricordo di una persona speciale

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Oltre ai suoi genitori, una delle persone più importanti della vita del giovane artista è stato un professore, scomparso prematuramente. Questo il ricordo di Leo, che ha fatto commuovere conduttrice e pubblico: «Il mio insegnante di filosofia del terzo anno del liceo classico, il professor Elio, è stata una delle prime guide, insieme ai miei genitori, che ho avuto nella vita. Al quarto anno fu assegnato a un’altra scuola, ma prima di andare via ci disse: “Ricordatevi sempre di cogliere l’attimo”. Poi dopo tre quattro mesi è morto in un incidente stradale».

Ha concluso Leo Gassmann: «Andai al funerale e un ragazzo della mia scuola, che era stato sempre in disparte e che nessuno aveva mai sentito parlare, lesse una lettera per lui e disse: “Vorrei ringraziare il prof. Elio che è stato l’unico che ha creduto in me”. In quel momento ho capito come una persona può dare un senso alla vita di altre persone che non vengono considerate dalla maggioranza».