Wanda Nara nella bufera: il Codacons la denuncia

Cristina Damante
  • Laureata in Scienze della Comunicazione
26/06/2020

L’associazione a tutela dei consumatori ha presentato un esposto contro l’opinionista del “GF Vip 4”, Wanda Nara. Ilmotivo? “Uso improprio dei minori” per promuovere i suoi cosmetici, trucchi e prodotti di altri marchi. 

Wanda-nara

Wanda Nara nel mirino del Codacons. La showgirl e procuratrice di calcio, opinionista dell’ultimo “GF Vip” e moglie di Mauro Icardi, è stata denunciata dall’associazione a tutela dei consumatori. Il motivo? “Uso ‘improprio’ delle figlie di 5 e 3 anni”, ovvero, rispettivamente, Francesca e Isabella Icardi, avute dal calciatore.

Dal precedente matrimonio con Maxi Lopez, dal 2008 al 2013, sono nati, invece, Valentino Gastón, 11, Constantino, quasi 10, e Benedicto, 8.

Wanda Nara: Francesca e Isabella Icardi fanno tutorial

Francesca Isabella IMG-20200626-120940

La moglie di Mauro Icardi, ex Inter oggi in forza al Paris Saint-Germain, pubblica spesso su Instagram i tutorial di trucco e di cucina delle sue bimbe, “Fran” e “Isi” (in un video la più piccola di casa dice di “voler diventare famosa come la sorella”).

Francesca Icardi IMG-20200626-122641

Il filmato in cui Francesca mostra come si deve “pintare” il viso con la linea di cosmetici prodotti dalla mamma, ha ricevuto oltre 5 milioni di visualizzazioni in un giorno, a cui sono seguiti i ringraziamenti della bambina.

Codacons vs Wanda Nara: minori usati per pubblicità

Francesca Isabella Icardi cucina IMG-20200626-122340

Nella nota del Codacons presentata al Garante della Privacy e a quello per la Tutela dell’Infanzia, anticipata dall’ “Adnkronos“, si legge:

“Sulla pagina Instagram di Wanda Nara sono state diffuse foto in cui bambini vengono utilizzati per pubblicizzare un brand (lo stesso usato dalla nota influencer) con pose e atteggiamenti idonei a ledere l’immagine del minore ed il sentimento dei minori che vedono tali foto”.

E ancora:

“La diffusione di tali immagini è assolutamente pericolosa, in quanto con esse si veicola l’identità e l’intimità di un bambino in tenera età e lo si fa attribuendo ad un viso di bambina il corpo di una donna. Al di là di ciò che può essere un gioco, la consapevolezza di utilizzare in siffatto modo l’immagine del bimbo/bimba si aggrava laddove chi fa tale uso si serve della propria notorietà e si rivolge ad una vasta gamma di soggetti dei quali non è in grado di conoscere e controllare il livello di affidabilità”.