Lobster dress: l’abito iconico di Salvator Dalì ed Elsa Schiaparelli
Oggi più che mai, gli abiti proposti dai designer e dalle case di moda sono eclettici, fuori dagli schemi e contestati. Anche in passato, però, ci sono state opere che hanno segnato per sempre la storia del fashion: come l’abito Aragosta firmato da Elsa Schiaparelli.
Negli anni successivi alla prima guerra mondiale, la moda stava prendendo delle pieghe del tutto diverse dagli anni precedenti e, soprattutto, sposando una visione davvero innovativa. Nel 1937, Elsa Schiaparelli tirò fuori dal suo meraviglioso atelier l’ennesimo abito rivoluzionario che, anche grazie al genio di Salvator Dalì, è diventata una delle creazioni più celebri della storia.
Elsa Schiaparelli: collaborazione con Dalì
Elsa Schiaparelli è stata una delle stiliste più celebri del mondo della moda. Nata e cresciuta a Roma, la sua famiglia fondò la Maison Schiaparelli di cui lei stessa fu a capo per circa 30 anni.
Le sue creazioni avevano l’intenzione di uscire fuori dagli schemi, aiutando le donne a diventare libere, sicure di sé e anche un po’ sognatrici.
La Schiaparelli aiutò a dare vita a una vera e propria “rivoluzione” nel campo della moda, anche grazie a capi come lo “wrap dress”, gli “speakeasy dress”, che avevano tasche in cui nascondere gli alcolici durante gli anni del Proibizionismo e alle avanguardistiche gonne pantalone.
Il suo stile e la sua filosofia la portarono ad entrare in contatto con Salvator Dalì, figura iconica e particolarissima; dalla collaborazione dei due nacque, fra le altre creazioni, il “Lobster dress”.
L’abito fu pensato dai due amici in occasioni del matrimonio di Wallis Simpson, che stava per sposare Edoardo VIII, ex sovrano d’Inghilterra che abdicò al trono per lei.
La donna chieste alla stilista di creare un abito per il suo corredo di nozze e così Elsa diede vita ad un vestito lungo da sera, in raso bianco; lei e Dalì, però, decisero di aggiungere un crostaceo rosso all’altezza del bacino, appunto un’aragosta!
L’abito contribuì a far arrabbiare il popolo inglese, che già non gradiva troppo lo spirito libertino della Simpson; l’animale, in effetti, era stato scelto da Dalì per il suo significato erotico. L’abito fece così scalpore che l’artista spagnolo e la stilista italiana continuarono a collaborare in diverse occasioni, dando vita ad alcune delle creazioni più iconiche e famose della moda.