Supreme: il buddismo attacca il brand
Supreme, famoso brand di streetwear, rischia una causa con l’Ufficio Nazionale del Buddismo tailandese, secondo cui la casa di moda avrebbe fatto un uso non autorizzato di un’immagine del monaco Luang Phor Koon e del Sak Yant, un tatuaggio considerato sacro riservato ai monaci buddisti.
La nuova collezione del marchio Supreme ha fatto molto parlare di sé per alcuni pezzi iconici (come la sedia panton) e alcune creazioni irriverenti come mazze da baseball e moto d’acqua. Ora, però, l’azienda newyorkese rischia seri guai.
A quanto pare, infatti, l’Ufficio Nazionale del Buddismo tailandese minaccia di intraprendere un’azione legale contro Supreme, “colpevole” di un uso non autorizzato di alcune immagini e simboli legati proprio alla filosofia buddista.
Supreme: causa legale in arrivo?
A ripotare la notizia è NSS Magazine. Sul sito, infatti, si legge una notizia arrivata da “The Fashion Law“, secondo cui il brand luxury newyorkese sarebbe a rischio a causa dell’uso proibito di un’immagine di Luang Phor Koon, famoso monaco, e di un tatuaggio considerato sacro, il Sak Yant.
Entrambe le immagini compaiono sulla schiena di una giacca camouflage sfornata dal brand in occasione della collezione Spring/Summer 2021 ma, a quanto pare, Supreme non avrebbe potuto utilizzarli.
Le immagini non avrebbero solo un grande valore sacro ma sarebbero anche protette da uno specifico copyright che ne proibisce qualsiasi uso non autorizzato.
“Secondo il Dipartimento delle Proprietà Intellettuali il tempio Wat Ban Rai dovrà provare di essere il creatore delle immagini in questione”.
si legge sul portale, in cui si spiega anche che Tawatchai Sanprasit, manager del tempio, ha annunciato di essere pronto a confrontarsi con Supreme per cercare di fargli cambiare idea. In caso contrario si passerà ad azioni legali.
L’azienda di moda la scamperà o finirà per dover risarcire il tempio in questione? Rimanete connessi per scoprirne di più!