I Maneskin attaccati dal critico statunitense Chris DeVille
Il giornalista e critico musicale statunitense Chris DeVille, ha attaccato pesantemente i Maneskin definendo il loro stile musicale come un’offesa al rock.
Non sempre quando si arriva al grande successo internazionale si può piacere a tutti. Anzi, più si scalano classifiche, si raggiungono successi e si portano a casa grandi record, più si è soggetti all’attento giudizio altrui.
I Maneskin sono in un momento di grande espansione, in cui non sono più sotto la lente di ingrandimento solo in Italia, ma hanno conquistato l’Europa e il mondo intero.
Poco tempo fa la loro gigantografia è stata protagonista a Times Square e i loro brani scalano ormai le classifiche mondiali. Qualche giorno fa è stato poi pubblicato lo “scandaloso” video di I Wanna Be Your Salve, arrivato in poco tempo a più di dodici milioni di visualizzazioni.
Nonostante le grandi conquiste e i feedback perlopiù positivi, la giovane band romana inizia a ricevere anche le prime dure critiche. A commentare in maniera particolarmente negativa l’operato dei Maneskin è stato Chris DeVille, noto critico musicale e giornalista statunitense.
Chris DeVille: “I Maneskin? Un tipo di hard rock terribile”
Dopo successi ed elogi anche oltreoceano, dopo che il New York Times ha parlato dei Maneskin in maniera molto positiva, arrivano delle pesanti critiche per la band… e proprio dagli Stati Uniti.
Infatti, Chris DeVille, giornalista e critico musicale del magazine statunitense Stereogum, non ci è andato leggero con i Maneskin. Le parole del critico musicale sono state molto dirette. Critiche sia per quanto riguarda il loro stile musicale che il loro successo:
Altro che vittoria per il rock: quella cover è atroce, un’offesa. Il loro sound è vecchio e obsoleto, non aggiunge nulla. Non è poi così sorprendente che una band del genere abbia avuto successo in Europa – non pretendo nemmeno di comprendere i gusti della gente di quel continente – ma sono un po’ scioccato dal fatto che ‘Beggin’ stia facendo breccia anche in America. Il timbro del cantante sembra la parola di un cantante che fa spelling della parola rock: r-a-w-k. La loro musica suona come una suggestione un po’ squallida di un’esibizione degli Incubus al tempo del Sunset Strip. Prego che la loro comparsa sia un caso isolato e che non ci sarà un revival di questo di tipo di hard rock terribile. Se è questa roba che deve prendere piede qui, è meglio che il rock sia morto.