Meghan, rivelazione: “Ho perso il mio secondo figlio”

Cristina Damante
  • Laureata in Scienze della Comunicazione
25/11/2020

In un editoriale sul New York Times, la duchessa di Sussex, Meghan Markle, moglie del principe Harry, ha confessato di aver avuto un aborto spontaneo. È successo a luglio, mentre stava cambiando il pannolino del primogenito Archie, 1 anno e mezzo. 

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Meghan Markle ha deciso di condividere sul “New York Times” un dolore che ha colpito lei e il marito, il principe Harry, solo qualche mese fa.Meghan, duchessa di Sussex, si firma madre, femminista e avvocato nell’articolo intitolato “Le perdite che condividiamo”.La Markle ha rivelato di aver avuto un aborto spontaneo mentre era incinta del secondo figlio lo scorso luglio.

Meghan Markle: “Ho avuto un aborto spontaneo”

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La duchessa è tornata con la mente a una mattina d’estate di quattro mesi fa. Ha scritto sul quotidiano americano:

“Mentre stavo cambiando il pannolino di Archie (il primogenito suo e di Harry, nato a maggio 2019), ho sentito un forte crampo. Mi sono lasciata scivolare per terra con lui tra le braccia, canticchiando una ninna nanna per farci stare entrambi calmi, la melodia allegra in netto contrasto con la mia sensazione che qualcosa non andasse bene. Sapevo, mentre stringevo il mio primogenito, che stavo perdendo il secondo“.

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Nell’editoriale dai toni intimi e forti, in cui Meghan ha ripercorso l’ultimo anno a livello mondiale, tra pandemia e violenze negli Usa contro gli afroamericani, la Markle spiega di aver voluto svelare il suo segreto nel giorno del Ringraziamento perché anche un semplice “Stai bene?” può essere d’aiuto per iniziare a elaborare il lutto.

Ha aggiunto la duchessa di Sussex:

Perdere un bambino significa portare un dolore quasi insopportabile, vissuto da molti ma di cui parlano pochi. Nel dolore della nostra perdita, io e mio marito abbiamo scoperto che in una stanza di 100 donne, da 10 a 20 di loro avrebbero sofferto di aborto spontaneo. Eppure, nonostante l’impressionante comunanza di questo dolore, la conversazione rimane un tabù, piena di vergogna (ingiustificata) e perpetua un ciclo di lutto solitario”.