#Tokyo2020 Atletica, Antonella Palmisano: “Sii sempre determinato”

Ilaria Bucataio
  • Appassionata di TV e Gossip
  • Dott. in Scienze della comunicazione
15/07/2021

Alle Olimpiadi di Tokyo, che partiranno il 23 luglio, parteciperà anche Antonella Palmisano, la marciatrice azzurra, bronzo mondiale nel 2017. Solodonna l’ha intervistata in esclusiva per parlare dell’emozionante esperienza che la aspetta da qui a pochi giorni, quando sarà in gara nella competizione olimpica. 

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Le Olimpiadi di Tokyo stanno per iniziare: il 23 luglio sarà la data che finalmente darà il via alla grande competizione sportiva internazionale, rimandata di un anno a causa del Covid-19. Spinti anche dal successo della Nazionale di Calcio ad Euro 2020, gli atleti azzurri sentono salire l’adrenalina per l’appuntamento olimpico.

Tra le atlete italiane pronte a gareggiare c’è anche Antonella Palmisano, marciatrice che ha ottenuto il bronzo ai mondiali di Londra nel 2017 nella 20 km e che vanta ben 19 titoli italiani in bacheca. Solodonna l’ha incontrata, poco prima della partenza per Tokyo, per parlare, in un’intervista esclusiva, delle sue sensazioni e delle sue emozioni a pochi giorni dalla competizione olimpica.

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Tokyo 2020, per il mondo intero, avrà un significato speciale: il Covid ha rivoluzionato il concetto di aggregazione ma le Olimpiadi sono aggregazione. Pensi che la pressione sarà maggiore o riuscirete ad isolarvi vivendo l’evento solo come una vera festa dello sport?

Sicuramente la pandemia in questo anno ha sconvolto i nostri ritmi di vita e il significato di fare sport. Tuttavia, le Olimpiadi rappresentano, fin dalla loro nascita, la celebrazione della sportività e del fair play: sono certa che riusciremo a mantenere alto questo spirito, anche se con più vincoli per la sicurezza di tutti. La festa dello sport ci sarà lo stesso, anzi, poter disputare le Olimpiadi rappresenta una rinascita sportiva.

Nel nostro paese il grande pubblico riscopre il mondo dello sport femminile solo durante le Olimpiadi: pensi che sia un problema culturale o i media hanno le loro responsabilità?

Non credo sia proprio così in realtà. Anche se è vero che lo sport femminile talvolta ha un ruolo di secondo piano, negli ultimi anni, grazie anche all’impegno di molte colleghe, sono sempre di più le donne diventate un modello di sportività a prescindere dal genere. Lo sport, di per sé, è universale!

Hai voglia di raccontare alle nostre lettrici una giornata tipo di una campionessa olimpica?

Sveglia presto, poi marcia, un po’ di riposo, una pausa pranzo, poi ancora allenamento, cena e a letto! Una giornata sempre intensa, con poche pause. Alterno, poi, sedute di mental coaching, nutrizionista e fisioterapista.

Sacrifici, sudore e tante volte delusioni: cosa o chi riesce a darti la forza per affrontare tutto questo?

Ciò che mi dà la forza è il sogno di vedermi sul gradino più alto del podio e l’amore per le persone che mi circondano, oltre che per il mio sport.

Essere atleti per alcuni è solo un lavoro, per altri una fortuna e per molti un sogno: che consiglio vorresti regalare a chi ha deciso di intraprendere questo percorso così impegnativo?

Il mio consiglio è di mollare mai e di credere sempre che i sogni possano avversarsi, anche quando ci saranno momenti difficili.

Sono tanti i sogni che un’atleta prova a realizzare nella sua carriera: uno di questi siamo certi sia quello delle Olimpiadi. Cos’hai provato nell’istante in cui hai conquistato questo traguardo incredibile?

Ho provato una felicità immensa e ho capito di aver realizzato un sogno, che continuo a vivere ancora oggi e che non vedo l’ora di realizzare sul campo in Giappone.

Se potessi tornare indietro e incontrare te stessa da piccola che consiglio ti daresti?

Mi direi: “Brava che ce l’hai fatta! Sii sempre determinata a tutti i costi, anche se questo vuol dire andare controcorrente”.

C’è qualche rituale scaramantico che fai prima della gara?

In realtà ho una consuetudine: ogni gara mia mamma cuce a mano per me un fiore con i colori della bandiera del paese dove gareggio. Un fiore da mettere nei capelli. E quest’anno è già pronto ovviamente.

Essere donna e intraprendere una carriera nel mondo dello sport non è sempre facile, soprattutto se si sceglie uno sport che i mass media ritengono essere prerogativa del mondo maschile: come hai vissuto questo ingombrante pregiudizio?

Sono una donna determinata, ho sempre creduto nel mio percorso e cerco di isolarmi dai commenti esterni. Come abbiamo detto conta la testa, il cuore e l’impegno che riversiamo nel nostro sport. L’importante è perseguire con orgoglio i propri sogni.

Se dovessi vincere la medaglia più bella ci prometti di fare qualcosa di veramente “pazzo”?

Ci penserò solo al momento… Forse in questo sono scaramantica!