#Tokyo2020 Judo, Francesca Milani: “Qualunque traguardo con la determinazione”
Tutti gli atleti azzurri stanno aspettando il 23 luglio: il giorno nel quale si apriranno le Olimpiadi di Tokyo, che stanno aspettando da più di un anno dopo il rinvio a causa della pandemia. La prima judoka italiana a staccare il pass per il grande evento olimpico è stata la romana Francesca Milani, che abbiamo incontrato per un’intervista esclusiva.
C’è grande attesa per la data del 23 luglio, quella che darà il via alle Olimpiadi di Tokyo 2020, che gli atleti stanno aspettando con trepidazione da quando, lo scorso anno, è stato annunciato il rinvio del grande evento internazionale a causa della pandemia. Ora, però, manca poco e l’adrenalina degli atleti sta cominciando a salire.
Nella squadra azzurra che parteciperà alla spedizione olimpica ci sarà anche la judoka romana, 27 anni, Francesca Milani, prima italiana a conquistare la qualificazione per Tokyo 2020 nella categoria dei 48 kg. Prima della partenza per il Giappone, Solodonna ha realizzato con lei un’intervista esclusiva.
- Tokyo 2020, per il mondo intero, avrà un significato speciale: il Covid ha rivoluzionato il concetto di aggregazione ma le Olimpiadi sono aggregazione. Pensi che la pressione sarà maggiore o riuscirete ad isolarvi vivendo l’evento solo come una vera festa dello sport?
- Nel nostro paese il grande pubblico riscopre il mondo dello sport femminile solo durante le Olimpiadi: pensi che sia un problema culturale o i media hanno le loro responsabilità?
- Hai voglia di raccontare alle nostre lettrici una giornata tipo di una campionessa olimpica?
- Sacrifici, sudore e tante delusioni: cosa o chi riesce a darti la forza per affrontare tutto questo?
- Essere atleti per alcuni è solo un lavoro, per altri una fortuna e per molti un sogno: che consiglio vorresti regalare a chi ha deciso di intraprendere un percorso così impegnativo?
- Sono tanti i sogni che un atleta prova a realizzare nella sua carriera: uno di questi siamo certi sia quello di poter partecipare alle Olimpiadi. Cos’hai provato nell’istante in cui hai conquistato questo traguardo incredibile?
- Se potessi tornare indietro e incontrare te stessa da piccola che consiglio ti daresti?
- C’è qualche rituale scaramantico che fai prima di scendere in campo?
- Essere donna e intraprendere una carriera nel mondo dello sport non è sempre facile, soprattutto se si sceglie uno sport che i mass media ritengono essere prerogativa del mondo maschile: come hai vissuto questo ingombrante pregiudizio?
- Se dovessi vincere la medaglia più bella ci prometti di fare qualcosa di veramente “pazzo”?
Tokyo 2020, per il mondo intero, avrà un significato speciale: il Covid ha rivoluzionato il concetto di aggregazione ma le Olimpiadi sono aggregazione. Pensi che la pressione sarà maggiore o riuscirete ad isolarvi vivendo l’evento solo come una vera festa dello sport?
Sicuramente il Covid ha cambiato molte cose non solo nello sport ma anche nella vita di tutti i giorni. Andremo lì con la consapevolezza di questo momento particolare, ma cercheremo di goderci l’esperienza nel migliore dei modi, senza alcun pensiero negativo.
Nel nostro paese il grande pubblico riscopre il mondo dello sport femminile solo durante le Olimpiadi: pensi che sia un problema culturale o i media hanno le loro responsabilità?
Purtroppo quando si pensa allo sport si pensa sempre ad una figura maschile. Basta prendere in considerazione il calcio: abbiamo una squadra femminile fortissima ma si parla solo del “calcio maschile”. Quindi, secondo me, è una questione culturale.
Hai voglia di raccontare alle nostre lettrici una giornata tipo di una campionessa olimpica?
La mia giornata tipo inizia verso le 8, quando mi alzo e corro a fare colazione per la fame! Mi preparo e vado a fare il primo allenamento, di solito preparazione atletica o pesi. Una volta terminato l’allenamento, torno a casa per il pranzo e per riposarmi. Nel pomeriggio, poi, ho il secondo allenamento di judo, al termine del quale rientro per la cena. E’ una giornata un po’ monotona, ma gli impegni e la stanchezza portano a non potersi svagare molto.
Sacrifici, sudore e tante delusioni: cosa o chi riesce a darti la forza per affrontare tutto questo?
La mia famiglia mi dà una forza e una carica pazzesca: ogni giorno mi sostengono e vederli così orgogliosi di me mi riempie il cuore di gioia. Poi c’è il mio ragazzo che mi aiuta con gli allenamenti di tutti i giorni e mi sprona dandomi tanta motivazione.
Essere atleti per alcuni è solo un lavoro, per altri una fortuna e per molti un sogno: che consiglio vorresti regalare a chi ha deciso di intraprendere un percorso così impegnativo?
Essendo un percorso molto impegnativo, la persona che sceglie di intraprenderlo deve essere disposta a fare tanti sacrifici, a rinunciare a molte cose, perché il tempo da dedicare allo sport è davvero tanto. Sicuramente non deve mai mancare la voglia, quella è fondamentale; poi, se riesci ad unirla al divertimento e alla volontà di dare sempre il massimo, il gioco è fatto!
Sono tanti i sogni che un atleta prova a realizzare nella sua carriera: uno di questi siamo certi sia quello di poter partecipare alle Olimpiadi. Cos’hai provato nell’istante in cui hai conquistato questo traguardo incredibile?
In quel momento le emozioni sono state tantissime, non ci credevo e in realtà ancora oggi non riesco a realizzare! Sono anche contenta per la mia palestra d’origine, il Banzai Cortina: spero di aver dato ai ragazzi, nonché miei amici, la motivazione per raggiungere i propri sogni, facendo capire loro che tutto è possibile e, grazie all’impegno e alla determinazione, si può conquistare qualunque traguardo.
Se potessi tornare indietro e incontrare te stessa da piccola che consiglio ti daresti?
Sinceramente nessuno perché devo dire che l’esperienza ha fatto la sua parte. Ho fatto tanti errori ma, se non li avessi fatti, ora non sarei dove sono. Anzi, forse una cosa me la direi: di stare più tranquilla e di vivere anche i momenti negativi con il sorriso.
C’è qualche rituale scaramantico che fai prima di scendere in campo?
Quando aspetto il mio turno faccio sempre tre gambe al petto e mi riempio di schiaffi in faccia per svegliarmi!
Essere donna e intraprendere una carriera nel mondo dello sport non è sempre facile, soprattutto se si sceglie uno sport che i mass media ritengono essere prerogativa del mondo maschile: come hai vissuto questo ingombrante pregiudizio?
Non ho mai pensato a queste cose in realtà. Noi donne abbiamo sempre fatto vedere chi siamo, abbiamo tirato fuori il nostro carattere da combattenti e la nostra determinazione. I pregiudizi purtroppo ci saranno sempre, ma noi facciamo il nostro cercando di dimostrare quanto valiamo!
Se dovessi vincere la medaglia più bella ci prometti di fare qualcosa di veramente “pazzo”?
Sono pronta a qualsiasi cosa! La medaglia d’oro è la medaglia d’oro e va onorata nel migliore dei modi!