#Tokyo2020 Judo, Maria Centracchio: “Il coraggio di rialzarsi”
Ormai manca sempre meno all’inizio delle Olimpiadi di Tokyo 2020. Dal 23 luglio all’8 agosto inizieranno le gare e gli italiani non vedono l’ora di tifare per le loro Azzurre. In occasione della competizione, Solodonna ha deciso d’intervistare alcune atlete che parteciperanno a questi giochi olimpici. Scopriamo insieme cosa ha raccontato la judoka Maria Centracchio.
Dopo che la nostra Nazionale di calcio, ha vinto gli Europei, gli italiani sono pronti a fare il tifo per gli atleti Azzurri presenti a queste Olimpiadi di Tokio 2020. Tra le Azzurre che parteciperanno alla competizione ci sarà anche la judoka Maria Centracchio classe 1994 .
Maria gareggia nella categoria – 63 Kg e nel 2017 è stata campionessa italiana; mentre due anni fa ha conquistato la medaglia di bronzo ai Campionati Europei.
Scopriamo insieme cosa ha raccontato Maria nella sua intervista. Come si sarà preparata a queste Olimpiadi? E quali emozioni starà provando? Vediamo per filo e per segno cosa ha risposto la judoka.
- Disputare un’Olimpiade è un sogno, ma anche una responsabilità, in quanto si rappresenta il proprio paese nell’evento sportivo principale a livello mondiale: in questo momento prevale in te l’emozione oppure senti anche una certa agitazione?
- Quali sono stati i sacrifici più grandi che hai dovuto affrontare per arrivare fino a qui, ad essere protagonista di un’Olimpiade?
- Nel tuo percorso sportivo ci sono stati dei momenti in cui hai avuto la sensazione di dover lottare maggiormente per ottenere i tuoi obiettivi e raggiungere traguardi importanti solo perché sei donna?
- Quando eri piccola seguivi le Olimpiadi? Ricordi un momento che ti ha emozionato particolarmente quando eri solo una spettatrice (una gara, una medaglia, un’atleta)?
- Ti senti di voler dire qualcosa alle bambine che questa volta ti guarderanno da casa e, magari, vorranno seguire le tue orme?
- Per la prima volta l’Italia ha scelto due portabandiera, un uomo, Elia Viviani, e una donna, Jessica Rossi: pensi sia un passo avanti deciso per arrivare alla parità di genere, anche nello sport?
- Ti va di raccontarci quale sarà la tua routine una volta arrivata nel villaggio olimpico che ospiterà tutti gli atleti italiani in vista delle gare?
- Se dovesse arrivare la tanto sognata medaglia, hai già una dedica speciale da fare?
Disputare un’Olimpiade è un sogno, ma anche una responsabilità, in quanto si rappresenta il proprio paese nell’evento sportivo principale a livello mondiale: in questo momento prevale in te l’emozione oppure senti anche una certa agitazione?
“In questo momento mi sento fortunata ed onorata nel poter vivere questa esperienza. Il mio obiettivo è di assaporare ogni sensazione e ogni emozione al massimo. Adesso ciò che prevale è la gioia, al contempo però non mi dimentico di dare il massimo nella preparazione al grande evento e ovviamente il massimo in ogni incontro che disparerò”.
Quali sono stati i sacrifici più grandi che hai dovuto affrontare per arrivare fino a qui, ad essere protagonista di un’Olimpiade?
“Quelli che mi hanno portato sin qui, sono stati 5 anni intensi. Più che di sacrifici parlerei di sfide, perché il sacrificio è parte integrante della vita dell’atleta, quindi ognuno nel suo piccolo ne fa quotidianamente tanti; ciò che penso abbia contraddistinto il mio percorso sono stati i numerosi infortuni che ho dovuto fronteggiare e le relative operazioni, tra cui un gomito completamente ricostruito e un’asportazione del menisco. Ho dovuto anche fare i conti negli ultimi mesi con la mononucleosi e il COVID, uno dietro l’altro. Ma ho sempre trovato il modo di reagire e rialzarmi per raggiungere questo obiettivo”.
Nel tuo percorso sportivo ci sono stati dei momenti in cui hai avuto la sensazione di dover lottare maggiormente per ottenere i tuoi obiettivi e raggiungere traguardi importanti solo perché sei donna?
“Per fortuna posso dire di avere avuto le stesse opportunità dei miei colleghi maschi nella mia posizione”.
Quando eri piccola seguivi le Olimpiadi? Ricordi un momento che ti ha emozionato particolarmente quando eri solo una spettatrice (una gara, una medaglia, un’atleta)?
“Ho avuto la fortuna di assistere, oltre che alla tv, anche dal vivo a due Olimpiadi: a Londra da spettatrice e a Rio da partner (della mia amica di una vita Odette Giuffrida – argento olimpico ) ed è stato proprio vedere da vicino gli atleti e le atlete vivere delle emozioni così intense che mi ha dato ancora più stimoli. È stato proprio assistendo ai giochi di Rio che mi sono ripromessa che alla prossima avrei partecipato da protagonista.
Ti senti di voler dire qualcosa alle bambine che questa volta ti guarderanno da casa e, magari, vorranno seguire le tue orme?
“Spero che tutte le bambine e le ragazze che guarderanno queste Olimpiadi da cosa, vedano una luce negli occhi di noi atleti che faccia crescere in loro la voglia e l’ambizione di vivere un giorno un’esperienza del genere”.
Per la prima volta l’Italia ha scelto due portabandiera, un uomo, Elia Viviani, e una donna, Jessica Rossi: pensi sia un passo avanti deciso per arrivare alla parità di genere, anche nello sport?
“Penso che sia un bellissimo messaggio di parità e uguaglianza che, partendo proprio dallo sport, può portare a grandi passi avanti anche negli altri ambiti”.
Ti va di raccontarci quale sarà la tua routine una volta arrivata nel villaggio olimpico che ospiterà tutti gli atleti italiani in vista delle gare?
“La routine riguarderà l’allenamento di rifinitura in vista del giorno di gara e, nel tempo libero, cecherò di vivere il villaggio olimpico nel modo più gioioso e spensierato possibile, senza perdere nessuna emozione che questo viaggio mi possa portare”.
Se dovesse arrivare la tanto sognata medaglia, hai già una dedica speciale da fare?
“La dedica più importante l’ho fatta già alle persone che hanno reso tutto questo percorso possibile. La mia famiglia in primis, il mio fidanzato e le amicizie che mi hanno tenuto per mano e mi hanno dato tanta forza”.