Versace

Versace è sinonimo di genio ed estro creativo. L’Alta Moda non è più stata la stessa dopo l’ingresso di Gianni sulle passerelle. Medusa, nero e oro i simboli di un brand iconico e stendardo del made in Italy.

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Versace, un brand che ha portato nell’Alta Moda creatività, sensualità e genio. Dal negozio della madre in Calabria, sino alle passerelle di tutto il mondo, è stato Gianni Versace a creare uno dei mostri sacri del made in Italy, oggi nelle mani della sorella Donatella.

La Nascita di Versace

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Era il 1972 quando un sarto calabrese che aveva appreso tutto dalla madre approdava a Milano con la voglia di conquistare il mondo della moda. Dopo diverse collaborazioni con piccole case di produzione, nel 1978 Gianni decide di aprire un suo negozio, con il cognome di famiglia che per lui significava moltissimo.

Appoggiato dalla mente razionale del fratello Santo Versace, il quale si occupava della parte economica, Gianni presenta la prima collezione alla Permanente di Milano nel 1978, l’inizio di una serie di successi che ad oggi sappiamo bene dove hanno portato il nome Versace. Gianni aveva in mente, durante la nascita della sua azienda, due cose: gli insegnamenti della madre e la passione per la Calabria e la Magna Grecia. Da lì, l’idea di associare Medusa al brand. Inoltre Versace iniziò, contemporaneamente, anche a disegnare abiti per produzioni teatrali, come fece un secolo prima anche Mademoiselle Cocò Chanel.

Nel 1988 Donatella completa il “triumvirato” della moda, inaugurando una delle linee di abbigliamento più note: Versace Versus. Il rapporto tra i tre è conflittuale come quello di qualunque famiglia, ma proficuo e ricco di stima e affetto reciproco.

Versace anni ’80 e ’90: Borchie, pelle e sensualità

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Lo stile Versace era inconfondibile e negli anni è riuscito a vestire star come Elton John e Silverster Stallone, sino a Lady D. e l’abito che indossò in una intervista del 1991 che destò moltissimo scandalo.

Gianni puntava sulla sensualità della donna, esaltandola con materiali che non erano usati nell’alta moda come la pelle e le borchie, e un utilizzo massiccio del nero. A lui si deve la creazione vera e propria delle Top Model: donne eteree e professioniste della passerella, oggetto dell’interesse di tutti.

L’abito realizzato per Donatella nel 1992, in occasione del 100 anni di Vogue Magazine, ha incoronato Gianni come l’uomo che poteva rendere pelle e metallo alta moda, con il solo potere della sua creatività.

La morte di Gianni Versace e l’eredità

il 15 Luglio 1997, alle porte della sua villa a Miami Beach, Gianni viene assassinato da Andrew Cunanan, un serial killer di origini filippine per ragioni sconosciute. (Netflix ha dedicato una serie alle vicende inerenti il caso dell’assassinio di Gianni Versace, recepita non positivamente dalla famiglia).

La morte di Gianni raccolse tutti i suoi amici del mondo della musica e dello spettacolo, sino a Lady Diana. Il mondo della moda perse un grande pensatore, in grado di sconvolgere i canoni restrittivi che l’Haute couture francese cercava di difendere a spada tratta, portando l’Italia sull’Olimpo della moda internazionale.

L’azienda venne divisa tra i fratelli Santo e Donatella e la nipote Allegra Versace.

Versace oggi

Dopo la morte di Gianni, e la crisi aziendale dei primi anni 2000, Versace è rimasto un punto di riferimento di numerose star, soprattutto del panorama musicale internazionale. Esistono 81 store fisici di Versace e 123 punti vendita in altri store e corner shop, con una presenza in tutti e cinque i continenti.

Nel 2018 l’azienda entra a far parte della Capri Holdings Limited, società di proprietà di Michael Kors, che oggi possiede l’80% delle quote aziendali, lasciando però l’intero apparato creativo nelle mani di Donatella.

Versace continua ad ispirare grazie alla potenza evocatrice dei suoi simboli e della sua storia. Un misto di mistero e sacralità che rimarrà negli annali della storia dell’alta moda per sempre.