La dieta Atkins: tante controindicazioni
La dieta Atkins, ideata da un cardiologo statunitense negli anni 70, il dott.Robert Coleman Atkins, è una di quelle diete estreme che di fatto non promettono nulla di buono.
A confortare il dubbio che si tratti di una dieta da non prendere in seria considerazione è il fatto che il suo ideatore morì obeso all’età di 73 anni nel 2003.
Circostanza alquanto curiosa e che, probabilmente, fu anche la causa di un certo declino della dieta stessa avvenuto intorno agli anni 2000, anche se ultimamente è tornata in auge grazie ad un certo battage pubblicitario.
La dieta Atkins si articola in quattro fasi e vede in un certo senso la demonizzazione dei carboidrati che, anche nel loro periodo migliore, non possono superare il 14% del totale degli alimenti messi in tavola.
La prima fase, della durata di 2 settimane, è quella maggiormente penalizzante per i carboidrati che infatti non devono superare i 20 grammi giornalieri.
Quindi largo spazio ad alimenti proteici e lipidici quali carne, uova e formaggi che possono essere assunti senza limitazioni, ma la cosa è alquanto originale in quanto si tratta di alimenti ad elevato contenuto di colesterolo, non propriamente consigliabili.
La seconda fase, quella della continuazione di perdita di peso, non ha una durata ben precisa, ma va mantenuta fino al raggiungimento del peso forma.
In questa fase, si potrebbe dire ironizzando, che i carboidrati hanno largo spazio, visto che passano dai 20g della fase precedente ai ben 25g della fase attuale.
Tuttavia, in caso il dimagrimento non risultasse essere significativo, è necessario ritornare ai 20g della prima fase.
La terza fase, la pre mantenimento, che anche in questo caso non ha una durata predeterminata, vede la comparsa di alcuni alimenti che prima erano proibiti come lo yogurt e la frutta.
Quarta e ultima fase, quella di mantenimento che dovrà durare tutta la vita, vede la comparsa dei carboidrati complessi, quindi pasta e pane, ma sempre entro il 14% del totale.
Il resto è così distribuito: i grassi il 62% e le proteine il 24%.
Quindi non c’è da meravigliarsi se il suo ideatore morì obeso.